Caffellatte_Firenze

...Che era un set anni ’60 allestito perfettamente, con il cappuccione dentro la tazza bianca grande, il pane tostato con burro e marmellata, lo yogurt con frutta fresca e muesli, il burro Maremma che colava giù per le dita, i pavimenti consumati, il cucinino per preparare la crema cotta a bagnomaria, le uova al cucchiao, il caffé d’orzo in acqua minerale e il cesto dei cachi... La latteria, che nell’800 era una macelleria (come segnalava la mucca all’ingresso), aveva assunto le sembianze attuali nel 1984, sempre gestita da Vanna Casati Gnot: “classe 1939, storica femminista fiorentina, temprata dalla guerra e da una famiglia che ha dovuto tirar su tutta da sola“. Scontrosa, di modi spicci che spesso non piacevano, invece i clienti affezionati apprezzavano di lei proprio il carattere, tipicamente fiorentino.

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